Il tarassaco è una pianta millenaria, chiamata con nomi buffi e giocosi: dente di leone, dente di cane, soffione, girasole dei prati, cicoria selvatica e, qui in Val di Sole, Zìcoria. Un fiore leggendario sia per le proprietà medicamentose che per le leggende che volano via coi suoi acheni al vento. La parola tarassaco deriva dall'unione di due parole greche (tarakè, che vuol dire agitazione, confusione, turbamento) e akos (rimedio).
Già dal significato etimologico si intuisce che il taràssaco è un rimedio depurativo e calmante per l’organismo. Le sue virtù medicamentose (drenanti, depurative, disintossicanti, diuretiche, digestive e antiossidanti) sono note fin dall’antichità e sfruttate con l’utilizzo delle sue radici e foglie.
Con il suo sapore lievemente speziato, il tarassaco è molto utilizzato in cucina: dagli antipasti fino ai dessert. Si abbina bene con le verdure, sia a crude per preparare un’apprezzata insalata primaverile, che cotte. Anche i petali dei fiori possono contribuire a dare sapore e colore a insalate miste. Messi dentro alla pastella si possono friggere e mangiare croccanti. Spesso, le sue radici e foglie, ma anche il fiore, vengono utilizzati anche per decotti e tisane.